Il Tribunale di Aosta, con sentenza del 13 maggio 2016 n. 65, ha affermato che, a parità di prestazioni, la lavoratrice donna ha diritto alla stessa retribuzione del lavoratore uomo, di conseguenza, ha condannato la società al risarcimento del danno patito dalla dipendente per la illegittima discriminazione retributiva subita.
In particolare, ad avviso del Giudice, costituisce un atto oggettivo di discriminazione diretta corrispondere alla dirigente donna una retribuzione più bassa di quella prevista per prestazioni di valore inferiore, essendo del tutto irrilevante sia l’eventuale congruità della retribuzione rispetto alle mansioni svolte, sia la prova dell’intenzionalità di trattare in modo deteriore la donna.
Il caso traeva origine dal giudizio promosso da una dirigente che, dopo essere stata licenziata, aveva agito per fare accertare la natura discriminatoria del licenziamento e del complessivo comportamento tenuto dal datore di lavoro, consistente, appunto, nell’averle erogato uno stipendio nettamente inferiore non solo a quello degli altri dirigenti uomini, ma, anche, rispetto a quello di alcuni quadri e impiegati.