La Suprema Corte con la sentenza n. 19231 del 7 settembre 2006, ha ribadito che il lavoro giornalistico può essere qualificato subordinato se sussiste l’assoggettamento al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del datore di lavoro, che si manifesti in ordini specifici oltre che in una vigilanza ed un controllo assiduo delle prestazioni lavorative. Nel caso in esame, la Suprema Corte ha ritenuto che sussistesse la subordinazione, essendo emerso che la lavoratrice si recava tutti i giorni in redazione, partecipava alle riunioni di redazione, espletava i compiti che le venivano assegnati dal caposervizio, e si tratteneva al lavoro oltre l’orario normale di lavoro.Tali elementi significativi, sono stati valutati dalla Suprema Corte come indici rivelatori della continuità della prestazione e dell’inserimento della lavoratrice nell’organizzazione aziendale e dell’assoggettamento al potere direttivo e di controllo del datore, e dunque della subordinazione.