Con sentenza n. 58 del 5 febbraio 2020, il Tribunale di Brescia ha ritenuto illegittimo il licenziamento per giusta causa irrogato ad un lavoratore al quale erano state contestate una grave insubordinazione per aver fissato un appuntamento contro il volere del superiore ed una grave diffamazione per aver inviato al Consigliere Delegato un’immagine goliardica nel gruppo WhatsApp.
Il Tribunale ha ritenuto che la gerarchia “liquida” della società, data dall’assenza di una netta suddivisione delle funzioni aziendali e dai rapporti confidenziali al suo interno, rendessero la contestata insubordinazione non grave e punibile con una sanzione conservativa. Il Tribunale ha, altresì, giudicato non ingiuriosa né diffamatoria l’immagine inoltrata tramite l’applicazione di messaggistica, poiché non rivolta direttamente al Consigliere Delegato, ma ad una pluralità di colleghi, né avente ad oggetto contenuti offensivi al medesimo riferiti.