La Corte di Cassazione, con sentenza n. 15 del 7 gennaio 2015, ha ritenuto illegittimo il licenziamento di un dipendente che risiedeva in un alloggio fornitogli dalla Società presso cui era impiegato avendo taciuto di essere proprietario di due abitazioni site nelle vicinanze. Nella fattispecie, la datrice di lavoro aveva in più occasioni sollecitato il dipendente a fornire aggiornamenti in merito alla propria situazione abitativa, ma quest’ultimo aveva sempre reso informazioni elusive che avevano spinto la Società ad indagare a tal riguardo.
I Giudici di legittimità hanno confermato le sentenze emesse nei precedenti gradi di giudizio evidenziando che la sanzione espulsiva era da ritenersi sproporzionata rispetto alla condotta colpevole del lavoratore che non aveva rilasciato tanto informazioni inveritiere quanto poco esaustive. Allo stesso tempo, dalle ricerche effettuate dalla Società al momento del recesso non era risultato se le proprietà del lavoratore fossero effettivamente libere e disponibili.