La Suprema Corte di Cassazione, IV Sezione penale, con sentenza n. 24452 dell’8 giugno 2015, si è espressa in ordine ad un grave infortunio occorso ad un lavoratore mentre effettuava dei fori con uno strumento elettrico su un bidone che in precedenza conteneva materiale infiammabile, causando così un’esplosione e riportando gravissime lesioni al volto.
Il lavoratore era a conoscenza della prassi utilizzata nello stabilimento di pulire i bidoni prima dell’utilizzo, ma era del tutto ignaro dei rischi connessi al pericolo di esplosione che poteva scaturire dall’impiego dei contenitori.
La Suprema Corte ha statuito che la valutazione dei rischi ed il relativo documento costituiscono validi strumenti al servizio della sicurezza poiché consentono di adottare adeguate misure di sicurezza in presenza di situazioni pericolose.
Tuttavia, le prescrizioni contenute nel documento di valutazione dei rischi non limitano la responsabilità dei garanti. Infatti, le eventuali omissioni del suddetto documento non possono far venire meno gli ulteriori obblighi datoriali previsti dalla legge. Pertanto, è stata considerata legittima la condanna inflitta al datore di lavoro delegato che aveva individuato sì il rischio, tanto che vi aveva fatto fronte instaurando la prassi operativa di lavaggio, ma che tuttavia non aveva fornito un’adeguata informazione ai lavoratori, ossia la spiegazione dei rischi e l’adozione di procedure adeguate.