La Corte di Cassazione, con sentenza n. 25044 dell’11 dicembre 2015, ha statuito la legittimità del licenziamento intimato ad un dipendente che per ben due volte consecutive era stato sorpreso a rubare beni di modesto valore destinati alla vendita.
I Giudici di legittimità hanno ritenuto che la sanzione espulsiva fosse proporzionata all’illecito disciplinare contestato, anche in considerazione dell’elemento della reiterazione che presupponeva un alto grado di intenzionalità, dei rilievi penali attinenti il fatto in sè, nonché del grado di affidamento richiesto dalle mansioni affidate al dipendente, assunto con il ruolo di operaio/magazziniere e che, pertanto, comportavano la continua disponibilità di numerosi valori aziendali. In considerazione di ciò, la Suprema Corte ha ritenuto che l’irreparabile lesione del vincolo fiduciario giustificasse la sanzione espulsiva intimata al dipendente.