Con la sentenza n. 3745 del 10 maggio 2018, il Tribunale di Roma, sezione Lavoro, ha ritenuto infondato il ricorso proposto da un lavoratore che assumendo di essere stato licenziato oralmente ha chiesto che venisse dichiarata la nullità del provvedimento con conseguente diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro. Il Giudice del Lavoro, sulla scorta delle risultanze probatorie acquisite e consistenti in alcune conversazioni scambiate tra il dipendente e il legale rappresentante della società datrice per mezzo del servizio di messaggistica Whatsapp, ha rilevato come, in realtà, nel caso di specie, non sussistesse alcun recesso datoriale, quanto piuttosto una volontà da parte del lavoratore di recedere dal rapporto di lavoro in essere.