Con sentenza n. 330 del 10 gennaio 2018, la Corte di Cassazione ha statuito la legittimità delle dimissioni per giusta causa rassegnate da un dirigente di un istituto di credito per essere stato oggetto di una condotta datoriale atta volutamente a dequalificarlo per mesi tramite l’isolamento in una stanza singola e priva di computer ove non svolgeva alcuna mansione, e, contestualmente, ha condannato la società datrice al risarcimento del danno da perdita di professionalità di contenuto patrimoniale, che consiste sia nell’impoverimento della capacità professionale del lavoratore e nella mancata acquisizione di un maggior “saper fare”, sia nel pregiudizio subito per la perdita di “chance”, ossia di ulteriori possibilità di guadagno o di ulteriori potenzialità occupazionali.