Il lavoratore ha diritto a conoscere il proprio turno di servizio con adeguato anticipo

Con sentenza n. 21562 del 3 settembre 2018, la Corte di Cassazione ha sancito che, pur mancando una norma specifica che imponga al datore di lavoro di comunicare con adeguato anticipo al dipendente i propri turni di lavoro, tale regola di condotta deriva dalle disposizioni generali che impongono ai contraenti di comportarsi, nell’esecuzione del contratto, secondo buona fede e correttezza.
La Suprema Corte ha precisato, tuttavia, che grava sul lavoratore, che si dolga della irregolarità nella trasmissione dei turni, allegare e dimostrare non solo l’intempestività della comunicazione, ma anche il pregiudizio causatogli da tale condotta.
Nel caso di specie, il Collegio giudicante ha confermato la decisione di secondo grado che aveva rigettato la richiesta risarcitoria di un dipendente per la tardiva comunicazione dei turni di servizio. La domanda era stata rigettata in quanto non aveva indicato le specifiche ricadute patrimoniali e non patrimoniali che, incidendo sulla vita lavorativa ed extra lavorativa del lavoratore, avrebbero consentito di ravvisare il danno di cui era chiesto il risarcimento.