La Suprema Corte con la sentenza n. 21123 del 29 settembre 2006, chiamata a pronunciarsi in tema di esistenza o meno della dequalificazione e del danno alla professionalità subito a seguito dell’esercizio dello ius variandi del datore di lavoro, ha statuito che l’equivalenza delle mansioni deve essere intesa non solo nel senso di pari valore professionale delle stesse dal punto di vista oggettivo, ma anche nel senso della attitudine delle nuove mansioni a consentire la piena utilizzazione o addirittura l’arricchimento del patrimonio professionale acquisito precedentemente dal lavoratore.