Con sentenza del 1° agosto 2015, il Tribunale di Milano ha statuito la legittimità del licenziamento per giusta causa intimato ad un dipendente che aveva pubblicato alcune foto dei locali aziendali su Facebook corredate da commenti offensivi rivolti all’azienda ed utilizzato una postazione di lavoro per visitare siti pornografici, il tutto durante il regolare svolgimento dell’orario di lavoro.
In particolare, il Giudice del Lavoro ha ritenuto che le giustificazioni addotte dal lavoratore fossero inverosimili e/o sconfessate dalle risultanze istruttorie e, inoltre, che il provvedimento espulsivo comminato dalla società datrice di lavoro fosse proporzionato alla gravità degli addebiti contestati considerata la diffusione, l’offensività e la mancanza di motivazioni degli insulti pubblicati in rete.