Con sentenza del 6 maggio 2014 n. 9654, la Suprema Corte si è espressa in ordine ad una fattispecie in cui un’azienda aveva convenuto in giudizio un lavoratore per sentir dichiarare la legittimità del licenziamento per giusta causa intimatogli in quanto questi si era reso responsabile di un’aggressione in danno di un dirigente. Tali fatti, a seguito della querela presentata dal dirigente, erano stati anche oggetto di un procedimento penale conclusosi con l’assoluzione del lavoratore.
I Giudici di legittimità hanno statuito che il giudicato penale di assoluzione ha effetto preclusivo nel giudizio civile solo ove contenga un effettivo e specifico accertamento circa l’insussistenza o del fatto o della partecipazione dell’imputato.
Tale effetto non si verifica nell’ipotesi in cui l’assoluzione sia determinata dall’accertamento dell’insussistenza di sufficienti elementi di prova circa la commissione del fatto o l’attribuibilità di esso all’imputato.